23 novembre 2009
Al Comune di San Vincenzo
Mi dispiace di avere usato un linguaggio forse un po’ troppo brusco e categorico, ma è la conseguenza di anni di sbattimenti contro impenetrabili muri di gomma.
Assicuro che il nostro scopo non è la polemica o la strumentalizzazione di alcunché, ma solo ed esclusivamente la salvaguardia di un luogo dalle caratteristiche UNICHE giunto a noi intatto, grazie a circostanze miracolosamente fortunate che ne avevano provocato per decenni il completo abbandono alla natura, senza alcuna intervento permanente da parte della specie umana.
Poi con l’acquisto da parte del Comune sono iniziate le opere di cosiddetta “Qualificazione” che hanno in parte cominciato a snaturalizzato il parco. Prima, a seguito della Concessione balneare a Garden Club e Riva dei Cavalleggeri, l’urbanizzazione del bosco e della duna a sud di Riva degli Etruschi. Poi negli ultimi due anni lo sciagurato intervento di palificazione e di ricopertura con discarica delle radure antedunali e di parte della duna fino al Botro ai Marmi.
Ora la Giunta ha approvato una delibera che prefigura di addentrarsi con questi interventi devastanti, anche nel CUORE del Parco Naturale, nella zona ancora completamente intatta a sud del Botro ai Marmi. (Secondo la variante al Piano Strutturale: la madre di tutte le invarianti !!)
Il Comune assicura ora che l'intervento che si intende attuare a sud del Botro ai Marmi avrà caratteristiche del tutto diverse rispetto a quello, orrendo, già realizzato a nord del fosso che "trovavano una giustificazione in ambito urbano e comunque in aree fortemente compromesse".
In realtà tale giustificazione per lo sciagurato intervento eseguito nello scorso biennio, non appare fondata. Infatti il tratto di circa 500 metri dal Botro ai Marmi alla Concessione del Garden Club non era affatto "fortemente compromesso". Al contrario, come sanno bene tutti coloro numerosissimi che hanno frequentato quella zona, era un tratto di spiaggia bellissimo con duna integra e meravigliose radure sabbiose antedunali. Solo oggi, dopo la palificazione ed il riempimento con i rifiuti, è divenuto davvero un tratto di litorale "fortemente e definitivamente compromesso". (cfr. foto allegate)
Tornando alla assicurazione di un intervento più rispettoso dell’ambiente e del tutto diverso da quello del passato), devo tuttavia rilevare che la delibera di Giunta dice tutt'altre cose.
Infatti la delibera ammette esplicitamente:
1) Che negli ultimi anni il Comune ha posto in opera sulla duna costiera staccionate in legno con funzione principale di contenimento dei rifiuti della spiaggia
2) Che questi interventi compreso quello di Botro ai Marmi nord hanno dato esito positivo (sostanzialmente hanno ben funzionato come discarica)
3) Che occorre trovare per il 2010, adeguati spazi dove scaricare il materiale proveniente dalla spiaggia
4) Che tale nuovo spazio di discarica è stato individuato a sud del Botro ai Marmi (infatti dal Botro ai Marmi verso nord fino a San Vincenzo, non è stato lasciato ormai un solo metro residuo di duna naturale)
5) Che la proprietà Gherardesca ha concesso l’uso delle dune per eseguire gli interventi già eseguiti a nord del Botro ai Marmi (Palizzate di oltre due metri e retrostanti discariche)
6) Che bisogna urgentemente provvedere in modo che prima di Pasqua i siti siano idonei a raccogliere i materiali. (cioè le discariche siano pronte)
Pertanto se ne deduce che:
1) Il concetto sottinteso della delibera è che Le linee guida della Provincia sulla gestione della posidonia non piacciono al Comune che quindi non le adotterà. (Forse sono metodi troppo semplici ed economici)
2) Le alte Palizzate eseguite negli scorsi anni vanno benissimo perché hanno assicurato grandi spazi dove scaricare i rifiuti della spiaggia.(e forse si è trovato il modo di impiegare dei finanziamenti)
3) Purtroppo queste discariche costiere sono ormai già esaurite e bisogna predisporne di nuove per il 2010 (In pratica un percorso infinito fino alla completa palificazione di Rimigliano)
4) Non risulta alcun problema di erosione della spiaggia né tantomeno della duna (la delibera non se ne parla assolutamente). Basta poi andare sul posto per rendersi conto che è davvero difficile trovare spiagge così lunghe e prive di alcun problema di erosione. Infinee sono disponibili on line le Ortofoto della Regione Toscana degli ultimi 15 anni che lo dimostrano al di là di qualsiasi ragionevole dubbio)
5) Tuttavia il desiderio (compulsivo) del Comune è quello di costruire nuove discariche costiere per i rifiuti 2010 e il primo posto libero è nel cuore del parco, a sud del Botro ai Marmi.
6) La proprietà Gerardesca ha dato il permesso per eseguire gli interventi già eseguiti a nord del suddetto fosso (cioè palizzate reggi-discarica)
7) Bisogna sbrigarsi perché le nuove discariche siano pronte fra pochi mesi per raccogliere i materiali di rifiuto.
Chiunque comprende perfettamente che il titolo della delibera: "RIQUALIFICAZIONE TRATTI DUNALI" è un espediente per mascherare la sostanza e lo scopo dell'intervento, che invece appare evidente dalla narrativa della delibera e ancor più quando si va a verificare sul posto quanto eseguito, con grande soddisfazione della Giunta, negli scorsi anni e cioè la "TRASFORMAZIONE IN DISCARICA DI TRATTI DUNALI"
Se si volesse essere intellettualmente onesti si dovrebbe così descrivere l'intervento:
Realizzazione di discariche costiere dei rifiuti della spiaggia, mediante costruzione nel tratto antedunale di palizzate in tronchi di conifere infissi nel suolo per almeno 80 cm. ed emergenti dalla spiaggia di ml. 2-2,50, atti a contenere i rifiuti raccolti sui lontani arenili in concessione, trasportati con trattori e rovesciati con pale meccaniche sulla duna costiera fino a raggiungere il filo superiore della palizzata. Successiva ricopertura dei rifiuti con strato di sabbia scavato sulla spiaggia ed opere finali di mitigamento ambientale mediante piantumazione sulla sommità dalla discarica, di piantine di tamerici con loro eventuale sostituzione in caso di mancato attecchimento. (al metro lineare di duna sepolta, tutto compreso €/ml).
Questa sarebbe una descrizione realistica dell'intervento.
Per il resto mi limito solo a far notare quanto segue:
1) Le spiaggie in concessione, dove può avere un minimo senso, provvedere alla pulizia dell'arenile dai residui naturali trasportati dal mare, sono lontane o lontanissime dal tratto a sud del Botro ai Marmi. Questo comporterà un transito inopportabile di trattori aventi e indietro, con conseguenze ed effetti disastrosi sulla vivibilità e sulle condizioni delle spiaggie, sia libere che in concessione.
2) I mucchi di alghe e palline scaricate dal Comune, tantissimi anni fa, sul limitare dell'arenile ai piedi della duna, sono ancora oggi in parte visibili e riconoscibili e quindi, nonostante il lunghissimo tempo trascorso, la loro funzione protettiva non si è ancora esaurita.
3) Non risponde a verità che la duna a sud del Botro ai Marmi sia esposta ad erosione del vento e del mare (vedi qui)
La spiaggia è talmente lunga ed in salita che neppure durante le peggiori libecciate, il mare riesce a raggiungere la duna. Anche l'azione dell'uomo, in quella zona particolare, (senza parcheggi sulla Principessa e protetta dalla retrostante recinzione della proprietà Gherardesca) è minima. Senz'altro la più ridotta dell'intero litorale di Rimigliano.
4) Per proteggera la duna dall'azione di calpestio dell'uomo esistono molti altri sistemi meno invasivi ed inaccettabilmente deturpanti. Ad esempio, delimitazioni leggere, accoppiate a cartelli di divieto, con relativi controlli e sanzioni, anche salate. Perché non prendere esempio dal Parco dell'Uccellina? Nonostante i problemi (lì davvero drammatici) di erosione, non si vedrà una palizzata, non si vedranno scorrazzare trattori impazziti. Si Vedranno invece regole, magari divieti, ma si potrà ancora ammirare l'ambiente costiero naturale, qual'era centinaia di anni fa.
5) Certo, Nascondere la duna con una orrenda barriera stile Fort Alamo o Guantanamo e seppellirla con due metri e mezzo di alghe e sabbia, oltre a trovare un posto dove buttare i rifiuti, può assorbire tutti i finanziamenti senza noiosi residui passivi. Può fissare definitivamente il profilo costiero in modo perfettamente rettilineo, senza quelle noiose oscillazioni naturali. Può impedire per sempre il calpestio a chiunque non disponga di scale estensibili. In altre parole: è un lavoro definitivo. Così non ci si pensa più. Molto comodo, vero?
Peccato che non resti più nulla da proteggere, da evitare di calpestare, da salvaguardare. Solo una barriera orrenda, altissima, innaturale, perfettamente rettilinea, claustrofobica, mai vista in un parco naturale, nemmeno in un paese sottosviluppato. Possibile che ci sia chi non lo capisce? NO, non è umanamente possibile.
Per concludere faccio notare che nei lavori di palificazione eseguiti negli scorsi anni dal Comune e dal Consorzio "Sabbia Etrusca" che hanno introdotto sulla costa notevolissime e permanenti "modificazioni ai valori paesaggistici oggetto di protezione." non risulta (secondo il cartello di cantiere) siano state ottenute le autorizzazioni della Provincia e sopratutto della Soprintendenza. Mi parrebbe infatti del tutto paradossale che i due Enti possano aver autorizzato opere del tutto contrarie alle proprie linee guida e del tutto opposte e contrarie ad ogni criterio di rispetto paesaggistico ed ambientale.
Ormai fino al Botro ai Marmi il litorale e la parte costiera del parco, sono stati gravemente e permanentemente sfregiati, ma probabilmente, anche volendo, sarà impossibile porvi rimedio.
Per tutto il resto del Parco costiero di Rimigliano, a sud del Botro ai Marmi, invece, siamo ancora in tempo. Fermiamoci a riflettere. In questi casi è la tattica migliore. Non ci sono urgenze indifferibili. Se ci sarà da togliere qualche alga o qualche pallina (ma è sempre davvero così necessario? NO non lo è) accumuliamole vicino alla duna od ai piedi della palizzata costruita gli anni scorsi (in modo da mascherarla almeno in parte) e lasciamole lì. Peggio che vada, il mare se le riprenderà quando ne avrà voglia.
Per la protezione della duna dagli umani, prevediamo, dove proprio necessario, delimitazioni leggere e non invasive e facciamole rispettare. La gente, se vede che ha di fronte un Comune serio, si comporta in modo molto più civile di quanto si possa credere.
Chiediamo di agire con prudenza (trattandosi di opere IRREVERSIBILI) avendo a cuore l'interesse massimo dei cittadini di San Vincenzo che è la conservazione integra della loro maggiore e straordinaria ricchezza.
Cordiali saluti
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Il Comitato per la salvaguardia del Parco Naturale Costiero di Rimigliano
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martedì 24 novembre 2009
Al Comune di San Vincenzo
Debbo innazitutto premettere che ho apprezzato moltissimo la disponibilità del Comune a rispondere alle critiche e parlare con franchezza di questioni controverse con una apertura e trasparenza del tutto insolite, per un soggetto pubblico.
A questo punto mi pare che non resti che attendere il progetto e le conseguenti decisioni, sperando vadano nella direzione da tutti auspicata e cioè di un impatto paesaggistico e ambientale nullo o veramente minimo.
Approfitto di questa comunicazione per alcune ultime precisazioni in merito ai punti elencati nella risposta, che mi sono permesso di numerare per comodità di esposizione e di collegamento.
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1) E' verissimo che il parco costiero di Rimigliano subisce per 3-4 mesi all'anno un vero e proprio assalto da parte di migliaia di bagnanti. Va detto però che per i rimanenti 8-9 mesi il parco resta pressoché deserto e riesce a riparare naturalmente gran parte dei danni prodotti in estate dagli umani. Consultate a tal proposito le ortofoto aeree degli ultimi 15 anni (vedi foto 1) e vedrete che la vegetazione della linea dunale in questo lungo periodo, nonostante la grande pressione antropica, non ha subito alcuna rarefazione, anzi!
Fra l'altro la zona sulla quale si vorrebbe intrevenire (dal Botro ai Marmi all'entrata n. 1) è di gran lunga la più protetta e meno frequentata di Rimigliano, grazie alla recinzione Della Gherardesca ed all'assenza di parcheggio sulla Principessa.
Proprio in questa zona inoltre si possono ancora vedere una parte dei mucchi di palline gettati alla base della duna tanti anni fa, che il mare non ha mai portato via.
Semmai è proprio la Società dei Parchi a provocare i maggiori e non riparabili danni al parco. Basti vedere il disastroso diradamento con modalità prettamente commerciali (per ricavare della buona legna da ardere) del bosco eseguito in primavera, con conseguente snaturalizzazione di tutta la fascia di bosco fra la Principessa e lo stradello interno. (vedi foto 2) Altro che bagnanti estivi!
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2) Come già detto, nei tratti dunali dove effettivamente si verificano danneggiamenti dovuti alla frequentazione estiva che non riescono ad autoripararsi nel resto dell'anno, possono essere installate semplici delimitazioni costituite da paletti alti un metro, distanziati fra loro di circa due metri, uniti fra loro da un paletto orizzontale di legno (o anche da una cordicella) posti all'altezza di un metro e corredati da cartellonistica di divieto di accesso e calpestio delle zone dunali così delimitate, con specificazione delle sanzioni a carico dei contravventori.
E' il sistema meno invasivo, adottato nei parchi naturali, reversibile, del tutto neutro dal punto di vista paesaggistico ed ambientale, che permette la ricolonizzazione naturale delle aree eventualmente danneggiate. Oltretutto è anche il sistema più economico. Infine, trattandosi di intervento non invasivo e non permanente, non ha quasi certamente bisogno dell'autorizzazione della Soprintendenza.
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3) Non riesco a comprendere perché proprio davanti alla proprietà Gherardesca l'amministrazione abbia la "necessità" di pulire con particolare cura la spiaggia dalle palline e dalla Posidonia, visto che si tratta di spiaggia libera (oltretutto con divieto di balneazione) dove nessuno ha mai chiesto di pulire alcunché. Al contrario in un Parco Naturale, dove non ci sono particolari esigenze (Stabilimenti in concessione) si dovrebbe accuratamente evitare di pulire la spiaggia dai residui "naturali" che contribuiscono in modo importantissimo alla naturalità della spiaggia (vedi foto n. 3, 4, 5, 6)
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4) Ugualmente non riesco a comprendere la necessità di studiare "progetti" per individuare "soluzioni capaci di non danneggiare le aree dunali ed al tempo stesso utilizzare, per la ricostituzione, il materiale recuperato" quando esistono le Linee guida della Provincia di Livorno che hanno perfettamente inquadrato e risolto il problema e che si attagliano perfettamente ad una spiaggia non soggetta ad erosione da parte del mare come quella di Rimigliano. Esse prescrivono che:
"Il punto migliore dove spostare la biomassa è rappresentato dal "punto di massima espansione dell’onda" che rappresenta il limite a terra per la diffusione delle biomasse vegetali. La movimentazione su tale limite ha il vantaggio di favorire la stabilizzazione dell’anteduna che opera un’azione di protezione, accrescimento e di stabilizzazione del retrostante cordone dunale. In caso di mare calmo, infatti, la presenza della posidonia favorirà la costituzione del cordone dunale e la ricolonizzazione del limite a mare da parte delle piante pioniere, mentre in caso di forti mareggiate le onde non si infrangeranno direttamente sulla duna ma sulle foglie accumulate favorendone di nuovo il trasporto a mare. Le biomasse vegetali non devono essere spostate direttamente nella zona mobile o fissa della duna perché provocherebbero il soffocamento delle specie erbacee psammofile antidunali e le specie arbustive ed arboree delle dune fisse.
Tali attività (semplice spostamento biomasse sulla spiaggia senza interessamento della duna e opere permanenti n.d.r.) non necessitano di autorizzazioni ai sensi della normativa sui rifiuti o della legge sulla movimentazione di materiali in ambiente marino e in zone ad esso contigue (LRT19/03), ma devono essere comunicate alla Provincia di Livorno - Unità di Servizio "Pianificazione, Difesa del suolo e delle coste", per le competenze in materia di difesa della costa e acquisire il parere dell’Unità di Servizio "Tutela dell’Ambiente".
Questa soluzione adottata dalla Provincia non danneggia le aree dunali e utilizza il materiale recuperato. Esattamente quello che desidera il Comune. In più (chissà però se è considerato un pregio) è semplicissima ed economicissima. (vedi foto 7)
Mettersi a studiare, quando non ce n'è bisogno, nuovi fantasiosi progetti ha inevitabilmente un costo intrinseco ed un notevole rischio. Infatti nel mondo reale nessun progettista concluderà il suo studio dicendo: Le linee guida della Provincia risolvono perfettamente ed in modo economico il problema e quindi non c'è alcuna necessità che io mi inventi nuove soluzioni. Al contrario (non necessariamente, ma probabilmente) per giustificare il suo incarico, potrà sentirsi obbligato a cercare qualcosa di nuovo con il rischio che questa novità sia inutilmente costosa e danneggi le aree dunali, l'ambiente ed il paesaggio, come purtroppo già successo.
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5) La Provincia, giustamente, non doveva autorizzare la semplice movimentazione della posidonia spiaggiata, ma doveva senz'altro autorizzare il manufatto permanente della palizzata e la ricopertura e quindi il "soffocamento" della duna che lei stessa proibisce nelle linee guida. Quindi, evidentemente, è stata informata male, oppure è stata informata bene, ma ha frainteso.
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6) Sappiamo bene che quando chiunque (privato o pubblico) esegue opere che, comunque, vanno a mutare "l'aspetto esteriore dei luoghi" in zona paesaggistica vincolata, è assolutamente indispensabile il rilascio del nulla osta da parte della Soprintendenza. Oltretutto, anche se la cosa non è rilevante, il mutamento (uso un gentile eufemismo) dell'aspetto esteriore dei luoghi provocato dalle palizzate (vedi foto n. 8) è permanente e macroscopico !
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7) Se il parere della capitaneria di porto prot. 6049 del 3 giugno 2000 e l'autorizzazione dirigenziale prot. 6469 del 23.3.2005 prevedeva che le palizzate: "non dovevano superare il ml 1,5 dal piano dell'arenile" come è possibile che la ditta abbia costanatemente superato i 2 metri, con punte di 2,50 metri? Gli amici del consorzio Sabbia Etrusca sono forse masochisti ai quali i pali non costano nulla? E poi si prevede di sbassare le palizzate del metro di altezza eseguito in più contro i pareri e le autorizzazioni? Convenga con me che non ci si capisce un granché. (vedi foto n. 8)
Se proprio non è possibile demolire le orrende palizzate, realizzate senza i permessi di Soprintendenza e Provincia e che ora risultano eseguite anche in clamorosa difformità dal parere della Capitaneria di Porto del 2000 e dell'autorizzazione dirigenziale del 2005, perlomeno abbassiamole e riportiamo davanti uno spessore continuo di posidonia spiaggiata e di sabbia, in modo da mascherale più possibile ed in modo da favorirne il superamento da parte del vento per la colonizzazione e l'accrescimento naturale della retrostante duna che è attualmente del tutto impedito dalla innaturale (ed orrenda) palizzata.
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8) Dire che: "in pratica è stato fatto quello che suggeriscono le linee guida con la differenza dell'uso di palizzate di contenimento" è davvero un po' grossa. Come la mettiamo con: "le biomasse vegetali non devono essere spostate direttamente nella zona mobile o fissa della duna" Qui sia la zona mobile che quella fissa della duna sono state affettate con le ruspe e poi sepolte da oltre due metri di biomasse e sabbia. Altro che seguire le linne guida delle Provincia!!!
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9) "L'amministrazione soggetta alle pressioni dei cittadini e degli operatori, ha stabilito di pulire tutti gli arenili del suo territorio" Sarei curioso di conoscere 10 cittadini di San Vincenzo che hanno fatto pressione sull'amministrazione affinché, con grossi costi, provveda a pulire tutte le spiagge, anche le più lontane (vedi foto n. 9) di Rimigliano e anche d'inverno??? (vedi foto n. 10)
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10) Non so quanto siano costate le famigerate palizzate, ma che sia stata la soluzione più economica, non può essere vero. Si fossero state seguite le linee guida della Provincia, non solo non si sarebbero fatti quei danni, ma si sarebbe speso forse un quinto di quanto speso con le palizzate. E si sarebbe ugualmente evitato di inviare la posidonia in discarica.
Fra l'altro con il decreto del Ministero dell'Ambiente dello scorso aprile la Posidonia spiaggiata non è più un rifiuto speciale è può essere ora utilizzata senza vincoli particolari, anche per la realizzazione del compost.
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11) I fabbricati che con la loro presenza compromettevano irrimediabilmente i 500 metri di costa dal Garden al Botro ai Marmi erano: n. 1 (piccola rimessa per barca, circa 3x4 ml alta 2 metri) già semicrollata e n. 3 (cabine 1x1 ml), già crollate da tempo. La compromissione era davvero minuscola. Tutti i rimanenti 495 metri erano assolutamente al naturale: bellissimi ed ora perduti. (si riguardino pure le foto aeree).
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12) Diciamo le cose come stanno. I poveri extracomunitari hanno preso possesso di quel tratto di litorale, appena eseguiti i lavori di palificazione, approfittando, giustamente, del fatto che l'assoluto impedimento al passaggio dei bagnanti, costituito dalla altissima palizzata che si estende senza soluzione di continuità per un tratto lunghissimo, ha offerto loro un'insperata e mai prima goduta privacy.
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In conclusione ci si chiede:
perché non imitare semplicemente quello che si fa in tutti i parchi naturali costieri? Cioè:
A* rispettare la stupenda naturalità dei luoghi (foto n. 11), intervenendo solo nei casi sicuri e comprovati di danneggiamento da calpestamento, mediante divieti e delimitazioni leggere e non invasive
B* evitare di rimuovere dalle spiagge libere lontane dagli stabilimenti i materiali naturali portati dal mare, che lo stesso mare provvederà naturalmente a riprendersi
C* utilizzare la posidonia spiaggiata, rimossa dagli stabilimenti balneari, per proteggere naturalmente la duna più prossima mediante il semplice deposito del materiale raccolto sul limitare della spiaggia, ai piedi della duna.
D* oppure, meglio ancora, utilizzare la posidonia raccolta per mascherare le dannose ed orribili palizzate, accumulando il materiale lungo il piede delle stesse palizzate e coprendolo con sabbia fino a realizzare una scarpata che mitighi il negativo effetto visivo della barriera artificiale e consenta di ripristinare l'effetto naturale di accrescimento della duna da parte della sabbia trascinata dai venti marini.
E* evitare di sconvolgere la naturalità e vivibilità della spiaggia, anche fuori stagione, con inutili, costosi e dannosi transiti di trattori (vedi foto 12) per una pulizia invernale che nessuno richiede e che è evidentemente, assurda, innaturale e priva di alcun senso.
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Con questo ho precisato tutto quanto dovevo e, in attesa dei progetti e delle decisioni, che tutti speriamo siano nell'interesse del parco e dei cittadini, saluto cordialmente.
Il Comitato per la salvaguardia del Parco Naturale Costiero di Rimigliano
Allegati:
foto aeree e satellitari 1996 -2007