martedì 16 novembre 2010

Se prevale la ragionevolezza ......



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Come era iniziata
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Deliberazione della Giunta Comunale
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Deliberazione n° 202 in data 05/10/2009
Oggetto:RIQUALIFICAZIONE TRATTI DUNALI. ATTI DI INDIRIZZO

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Come era proseguita
Corrispondenza dal novembre 2009 al gennaio 2010



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Al Comune di San Vincenzo
18 novembre 2009
             Il Comune di San Vincenzo con la delibera di Giunta 202 del 5 ottobre scorso, ha deciso di distruggere un lungo tratto della duna costiera del parco di Rimigliano, mediante la costruzione di enormi palizzate  (fronte-mare alte 2,50 ml) al solo scopo dichiarato di trasformare la duna naturale costiera in una discarica privata dove gettare i rifiuti della spiaggia.
           Questa sciagurata operazione sarà eseguita (nei primi mesi del 2010) non più in zone già parzialmente urbanizzate come già disastrosamente e illeggittimamente fatto nel tratto fra il Garden ed il Botro ai Marmi, ma addentrandosi addirittura  nella spiaggia ancora completamente intatta e teoricamente ipertutelata del Parco naturale Costiero di Rimigliano a Mare.

            I motivi per opporsi a questo terribile intervento che può senz'altro essere definito come devastante, irreversibile, contrario al minimo buon senso, alla normativa ed alle linee guida, illegale e del tutto assurdo ed illegittimo sono davvero molteplici.

Fra questi si possono elencare i principali:

1) Nessun motivo TECNICO di intervenire sulla duna naturale "riqualificare????" che è perfetta e non corre alcun pericolo di erosione, che è dotata di arenile lunghissimo e che dalle ortofoto della Regione Toscana appare immutata negli ultimi 15 anni
2) Nessun motivo AMBIENTALE di "recuperare e proteggere aree di particolare valore ambientale????" che proprio perché di particolarissimo valore ambientale non meritano di essere distrutte per sempre, mascherate dietro una orribile palizzata e sepolte dai rifiuti della spiaggia.
3) Intervento esattamente OPPOSTO a quanto prescritto dalle linee guida della Provincia di Livorno che dispone che la poseidona spiaggiata venga accumulata sull'arenile ai piedi della duna senza MAI interessare "la zona mobile o fissa della duna perché provocherebbero il soffocamento delle specie erbacee psammofile antidunali e le specie arbustive ed arboree delle dune fisse" (vedi allegato).
4) Intervento Illegittimo in quanto lo stesso Comune spiega nella delibera che lo spazio realizzato dietro le staccionate sarà utilizzato come discarca (non autorizzata) per il materiale che, cito:" in precedenza veniva conferito nelle discariche autorizzate con notevoli costi per la collettività"
5) Intervento che la delibera non dichiara sia mai stato AUTORIZZATO dalla Provincia (Unità di Servizio "Pianificazione, Difesa del suolo e delle coste"), per le competenze in materia di difesa della costa, né sia mai stato ACQUISITO IL PARERE dell’Unità di Servizio "Tutela dell’Ambiente
6) Intervento che la delibera non dichiara sia mai stato  AUTORIZZATO dalla Soprintendenza ai sensi dell'art. 146 del Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 Codice dei beni culturali e del paesaggio.

Al di la dim tutto, si tratta di un intervento irreversibile e deturpante che distrugge l'ambiente dunale naturale e tutta la sua flora spontanea e trasforma un litorale meraviglioso, intatto da millenni, in un luogo claustofrobico, rinchiuso da una mostruosa e minacciosa palizzata, altissima e invalicabile con effetto orribile percepibile anche dal mare a distanza di centinaia di metri. Un vero e proprio scempio tanto più grave perché gratuito ed incomprensibile.


Per ottenere lo scopo di eliminare le spese per il conferimento in discarica, basterebbe semplicemente (dato che siamo lontanissimi dagli stabilimenti balneari) distribuire la posidonia spiaggiata, alla base della duna, così come stabilito dalle linee guida della Provincia, con spesa infinitamente minore, senza necessità di autorizzazioni, salvo la comunicazione alla Provincia) e, più che altro, senza dover distruggere la duna.

Oltretutto dall'aprile 2009 con decreto del Ministero dell'Ambiente la Posidonia spiaggiata non è più un rifiuto speciale, ma una risorsa naturale per la protezione della spiaggia e per la realizzazione di compost (vedi)

L'unico problema sarebbe quello che salterebbe l'appalto per la costruzione della palificazione (dalla delibera non risulta che ci sia stata una gara

Per il Comune questa motivazione è evidentemente sufficiente. La distruzione di un ambiente naturale rarissimo e prezioso è per il Comune un aspetto del tutto secondario.

E' davvero possibile che un Comune possa impunemente effettuare un intervento così incredibilmente devastante su un bene paesaggistico ed ambientale prezioso e rarissimo che dovrebbe essere ipertutelato, perpetrando un tale misfatto urreversibile ai danni della collettività e dei propri cittadini ?

Chiediamo che chiunque sia in grado di farlo, si adoperi, prima che sia troppo tardi, per impedire questo scempio, nell'interesse dello stesso Comune, ma sopratutto dei cittadini di san Vincenzo, proprietari di una bellezza unica in procinto di essere rovinata per sempre.

Il Comitato per la salvaguardia del Parco Naturale Costiero di Rimigliano


-----------Allegati

1) Delibera di Giunta 202/2009

3) OrtoFoto storiche del litorale

4) Linee Guida della Provincia di Livorno sulla gestione della poseidonia spiaggiata e sulla tutela della duna

Provincia di Livorno
Linee Guida "Gestione Integrata della Posidonia oceanica"

ASSESSORATO ALLA DIFESA SUOLO E COSTE
Unità di Servizio"Pianificazione, Difesa del Suolo e delle Coste"
Unità Organizzativa "Risorse marine e Georisorse"
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Pagina 29 ........
La movimentazione all’interno della spiaggia deve far riferimento alla morfologia della duna retrostante la spiaggia. Il punto migliore dove spostare la biomassa è rappresentato dal "punto di massima espansione dell’onda" che rappresenta il limite a terra per la diffusione delle biomasse vegetali. La movimentazione su tale limite ha il vantaggio di favorire la stabilizzazione dell’anteduna che opera un’azione di protezione, accrescimento e di stabilizzazione del retrostante cordone dunale. In caso di mare calmo, infatti, la presenza della posidonia favorirà la costituzione del cordone dunale e la ricolonizzazione del limite a mare da parte delle piante pioniere, mentre in caso di forti mareggiate le onde non si infrangeranno direttamente sulla duna ma sulle foglie accumulate favorendone di nuovo il trasporto a mare. Le biomasse vegetali non devono essere spostate direttamente nella zona mobile o fissa della duna perché provocherebbero il soffocamento delle specie erbacee psammofile antidunali e le specie arbustive ed arboree delle dune fisse.
Tali attività (semplice spostamento biomasse sulla spiaggia senza interessamento della duna e opere permanenti n.d.r.) non necessitano di autorizzazioni ai sensi della normativa sui rifiuti o della legge sulla movimentazione di materiali in ambiente marino e in zone ad esso contigue (LRT19/03), ma devono essere comunicate alla Provincia di Livorno - Unità di Servizio "Pianificazione, Difesa del suolo e delle coste", per le competenze in materia di difesa della costa e acquisire il parere dell’Unità di Servizio "Tutela dell’Ambiente".
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23 novembre 2009
Al Comune di San Vincenzo
          Mi dispiace di avere usato un linguaggio forse un po’ troppo brusco e categorico, ma è la conseguenza di anni di sbattimenti contro impenetrabili muri di gomma.
           Assicuro che il  nostro scopo non è la polemica o la strumentalizzazione di alcunché, ma solo ed esclusivamente la salvaguardia di un luogo dalle caratteristiche UNICHE giunto a noi intatto, grazie a circostanze miracolosamente fortunate che ne avevano provocato per decenni il completo abbandono alla natura, senza alcuna intervento permanente da parte della specie umana.
Poi con l’acquisto da parte del Comune sono iniziate le opere di cosiddetta “Qualificazione” che hanno in parte cominciato a snaturalizzato il parco. Prima, a seguito della Concessione balneare a Garden Club e Riva dei Cavalleggeri, l’urbanizzazione del bosco e della duna a sud di Riva degli Etruschi. Poi negli ultimi due anni lo sciagurato intervento di palificazione e di ricopertura con discarica delle radure antedunali e di parte della duna fino al Botro ai Marmi.
Ora la Giunta ha approvato una delibera che prefigura di addentrarsi con questi interventi devastanti, anche nel CUORE del Parco Naturale, nella zona ancora completamente intatta a sud del Botro ai Marmi. (Secondo la variante al Piano Strutturale: la madre di tutte le invarianti !!)
         Il Comune assicura ora che l'intervento che si intende attuare a sud del Botro ai Marmi avrà caratteristiche del tutto diverse rispetto a quello, orrendo, già realizzato a nord del fosso che  "trovavano una giustificazione in ambito urbano e comunque in aree fortemente compromesse".    
          In realtà tale giustificazione  per lo sciagurato intervento eseguito nello scorso biennio, non appare fondata. Infatti il tratto di circa 500 metri dal Botro ai Marmi alla Concessione del Garden Club non era affatto "fortemente compromesso". Al contrario, come sanno bene tutti coloro numerosissimi che hanno frequentato quella zona, era un tratto di spiaggia bellissimo con duna integra e meravigliose radure sabbiose antedunali. Solo oggi, dopo la palificazione ed il riempimento con i rifiuti, è divenuto davvero un tratto di litorale "fortemente e definitivamente compromesso". (cfr. foto allegate)
 Tornando alla assicurazione di un intervento più rispettoso dell’ambiente e del tutto diverso da quello del passato), devo tuttavia rilevare che la delibera di Giunta dice tutt'altre cose.
Infatti la delibera ammette esplicitamente:
1) Che negli ultimi anni il Comune ha posto in opera sulla duna costiera staccionate in legno con funzione principale di contenimento dei rifiuti della spiaggia
2) Che questi interventi compreso quello di Botro ai Marmi nord hanno dato esito positivo (sostanzialmente hanno ben funzionato come discarica)
3) Che occorre trovare per il 2010,  adeguati spazi dove scaricare il materiale proveniente dalla spiaggia
4) Che tale nuovo spazio di discarica è stato individuato a sud del Botro ai Marmi  (infatti dal Botro ai Marmi verso nord fino a San Vincenzo, non è stato lasciato ormai un solo metro residuo di duna naturale)
5) Che la proprietà Gherardesca ha concesso l’uso delle dune per eseguire gli interventi già eseguiti a nord del Botro ai Marmi  (Palizzate di oltre due metri e retrostanti discariche)
6) Che bisogna urgentemente provvedere in modo che prima di Pasqua i siti siano idonei a raccogliere i materiali. (cioè le discariche siano pronte)

Pertanto se ne deduce che:
1) Il concetto sottinteso della delibera è che Le linee guida della Provincia sulla gestione della posidonia non piacciono al Comune che quindi non le adotterà. (Forse sono metodi troppo semplici ed economici)
2) Le alte Palizzate eseguite negli scorsi anni vanno benissimo perché hanno assicurato grandi spazi dove scaricare i rifiuti della spiaggia.(e forse si è trovato il modo di impiegare dei finanziamenti)
3) Purtroppo queste discariche costiere sono ormai già esaurite e bisogna predisporne di nuove per il 2010 (In pratica un percorso infinito fino alla completa palificazione di Rimigliano)
4) Non risulta alcun problema di erosione della spiaggia né tantomeno della duna (la delibera non se ne parla assolutamente). Basta poi andare sul posto per rendersi conto che è davvero difficile trovare spiagge così lunghe e prive di alcun problema di erosione. Infinee sono disponibili on line le Ortofoto della Regione Toscana degli ultimi 15 anni che lo dimostrano al di là di qualsiasi ragionevole dubbio)
5) Tuttavia il desiderio (compulsivo) del Comune è quello di costruire nuove discariche costiere per i rifiuti 2010 e il primo posto libero è nel cuore del parco, a sud del Botro ai Marmi.
6) La proprietà Gerardesca ha dato il permesso per eseguire gli interventi già eseguiti a nord del suddetto fosso (cioè palizzate reggi-discarica)
7) Bisogna sbrigarsi perché le nuove discariche siano pronte fra pochi mesi per raccogliere i materiali di rifiuto.

Chiunque comprende perfettamente che il titolo della delibera: "RIQUALIFICAZIONE TRATTI DUNALI" è un espediente per mascherare la sostanza e lo scopo dell'intervento, che invece appare evidente dalla narrativa della delibera e ancor più quando si va a verificare sul posto quanto eseguito, con grande soddisfazione della Giunta, negli scorsi anni e cioè la "TRASFORMAZIONE IN DISCARICA DI TRATTI DUNALI"

Se si volesse essere intellettualmente onesti si dovrebbe così descrivere l'intervento:
(voce di capitolato)
Realizzazione di discariche costiere dei rifiuti della spiaggia, mediante costruzione nel tratto antedunale di palizzate in tronchi di conifere infissi nel suolo per almeno 80 cm. ed emergenti dalla spiaggia di ml. 2-2,50, atti a contenere i rifiuti raccolti sui lontani arenili in concessione, trasportati con trattori e rovesciati con pale meccaniche sulla duna costiera fino a raggiungere il filo superiore della palizzata. Successiva ricopertura dei rifiuti con strato di sabbia scavato sulla spiaggia ed opere finali di mitigamento ambientale mediante piantumazione sulla sommità dalla discarica, di piantine di tamerici con loro eventuale sostituzione in caso di mancato attecchimento. (al metro lineare di duna sepolta, tutto compreso €/ml).
Questa sarebbe una descrizione realistica dell'intervento.

Per il resto mi limito solo a far notare quanto segue:
        1) Le spiaggie in concessione, dove può avere un minimo senso, provvedere alla pulizia dell'arenile dai residui naturali trasportati dal mare, sono lontane o lontanissime dal tratto a sud del Botro ai Marmi. Questo comporterà un transito inopportabile di trattori aventi e indietro, con conseguenze ed effetti disastrosi sulla vivibilità e sulle condizioni delle spiaggie, sia libere che in concessione.
        2) I mucchi di alghe e palline scaricate dal Comune, tantissimi anni fa, sul limitare dell'arenile ai piedi della duna, sono ancora oggi in parte visibili e riconoscibili e quindi, nonostante il lunghissimo tempo trascorso, la loro funzione protettiva non si è ancora esaurita.
        3) Non risponde a verità che la duna a sud del Botro ai Marmi sia esposta ad erosione del vento e del mare (vedi qui)
La spiaggia è talmente lunga ed in salita che neppure durante le peggiori libecciate, il mare riesce a raggiungere la duna. Anche l'azione dell'uomo, in quella zona particolare, (senza parcheggi sulla Principessa e protetta dalla retrostante recinzione della proprietà Gherardesca) è minima. Senz'altro la più ridotta dell'intero litorale di Rimigliano.
        4) Per proteggera la duna dall'azione di calpestio dell'uomo esistono molti altri sistemi meno invasivi ed inaccettabilmente deturpanti. Ad esempio, delimitazioni leggere, accoppiate a cartelli di divieto, con relativi controlli e sanzioni, anche salate. Perché non prendere esempio dal Parco dell'Uccellina?  Nonostante i problemi (lì davvero drammatici) di erosione, non si vedrà una palizzata, non si vedranno scorrazzare trattori impazziti. Si Vedranno invece regole, magari divieti, ma si potrà ancora ammirare l'ambiente costiero naturale, qual'era centinaia di anni fa.
        5) Certo, Nascondere la duna con una orrenda barriera stile Fort Alamo o Guantanamo e seppellirla con due metri e mezzo di alghe e sabbia, oltre a trovare un posto dove buttare i rifiuti, può assorbire tutti i finanziamenti senza noiosi residui passivi. Può fissare definitivamente il profilo costiero in modo perfettamente rettilineo, senza quelle noiose oscillazioni naturali. Può impedire per sempre il calpestio a chiunque non disponga di scale estensibili. In altre parole: è un lavoro definitivo. Così non ci si pensa più. Molto comodo, vero?
         Peccato che non resti più nulla da proteggere, da evitare di calpestare, da salvaguardare. Solo una barriera orrenda, altissima, innaturale, perfettamente rettilinea, claustrofobica, mai vista in un parco naturale, nemmeno in un paese sottosviluppato. Possibile che ci sia chi non lo capisce? NO, non è umanamente possibile.
       Per concludere faccio notare che nei lavori di palificazione eseguiti negli scorsi anni dal Comune e dal Consorzio "Sabbia Etrusca" che hanno introdotto sulla costa notevolissime e permanenti  "modificazioni ai valori paesaggistici oggetto di protezione." non risulta (secondo il cartello di cantiere) siano state ottenute le autorizzazioni della Provincia e sopratutto della Soprintendenza. Mi parrebbe infatti del tutto paradossale che i due Enti possano aver autorizzato opere del tutto contrarie alle proprie linee guida e del tutto opposte e contrarie ad ogni criterio di rispetto paesaggistico ed ambientale.
        Ormai fino al Botro ai Marmi il litorale e la parte costiera del parco, sono stati  gravemente e permanentemente sfregiati, ma probabilmente, anche volendo, sarà impossibile porvi rimedio.
          Per tutto il resto del Parco costiero di Rimigliano, a sud del Botro ai Marmi, invece, siamo ancora in tempo. Fermiamoci a riflettere. In questi casi è la tattica migliore. Non ci sono urgenze indifferibili. Se ci sarà da togliere qualche alga o qualche pallina (ma è sempre davvero così necessario? NO non lo è) accumuliamole vicino alla duna od ai piedi della palizzata costruita gli anni scorsi (in modo da mascherarla almeno in parte) e lasciamole lì. Peggio che vada, il mare se le riprenderà quando ne avrà voglia.
       Per la protezione della duna dagli umani, prevediamo, dove proprio necessario, delimitazioni leggere e non invasive e facciamole rispettare. La gente, se vede che ha di fronte un Comune serio, si comporta in modo molto più civile di quanto si possa credere.
Chiediamo di agire con prudenza (trattandosi di opere IRREVERSIBILI) avendo a cuore l'interesse massimo dei cittadini di San Vincenzo che è la conservazione integra della loro maggiore e straordinaria ricchezza.
Cordiali saluti
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Il Comitato per la salvaguardia del Parco Naturale Costiero di Rimigliano


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martedì 24 novembre 2009
Al Comune di San Vincenzo


Debbo innazitutto premettere che ho apprezzato moltissimo la disponibilità del Comune a rispondere alle critiche e parlare con franchezza di questioni controverse con una apertura e trasparenza del tutto insolite, per un soggetto pubblico.
A questo punto mi pare che non resti che attendere il progetto e le conseguenti decisioni, sperando vadano nella direzione da tutti auspicata e cioè di un  impatto paesaggistico e ambientale nullo o veramente minimo.
Approfitto di questa comunicazione per alcune ultime precisazioni in merito ai punti elencati nella risposta, che mi sono permesso di numerare per comodità di esposizione e di collegamento.
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1) E' verissimo che il parco costiero di Rimigliano subisce per 3-4 mesi all'anno un vero e proprio assalto da parte di migliaia di bagnanti. Va detto però che per i rimanenti 8-9 mesi il parco resta pressoché deserto e  riesce a riparare naturalmente gran parte dei danni prodotti in estate dagli umani. Consultate a tal proposito le ortofoto aeree degli ultimi 15 anni (vedi foto 1) e vedrete che la vegetazione della linea dunale in questo lungo periodo, nonostante la grande pressione antropica,  non ha subito alcuna rarefazione, anzi!
Fra l'altro la zona sulla quale si vorrebbe intrevenire (dal Botro ai Marmi all'entrata n. 1) è di gran lunga la più protetta e meno frequentata di Rimigliano, grazie alla recinzione Della Gherardesca ed all'assenza di parcheggio sulla Principessa.
Proprio in questa zona inoltre si possono ancora vedere una parte dei mucchi di palline gettati alla base della duna tanti anni fa, che il mare non ha mai portato via.
Semmai è proprio la Società dei Parchi a provocare i maggiori e non riparabili danni al parco. Basti vedere il disastroso diradamento con modalità prettamente commerciali (per ricavare della buona legna da ardere) del bosco eseguito in primavera, con conseguente snaturalizzazione di tutta la fascia di bosco fra la Principessa e lo stradello interno. (vedi foto 2) Altro che bagnanti estivi!
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2) Come già detto, nei tratti dunali dove effettivamente si verificano danneggiamenti dovuti alla frequentazione estiva che non riescono ad autoripararsi nel resto dell'anno, possono essere installate semplici delimitazioni costituite da paletti alti un metro, distanziati fra loro di circa due metri, uniti fra loro da un paletto orizzontale di legno (o anche da una cordicella) posti all'altezza di un metro e corredati da cartellonistica di divieto di accesso e calpestio delle zone dunali così delimitate, con specificazione delle sanzioni a carico dei contravventori.
E' il sistema meno invasivo, adottato nei parchi naturali, reversibile, del tutto neutro dal punto di vista paesaggistico ed ambientale, che permette la ricolonizzazione naturale delle aree eventualmente danneggiate. Oltretutto è anche il sistema più economico. Infine, trattandosi di intervento non invasivo e non permanente, non ha quasi certamente bisogno dell'autorizzazione della Soprintendenza.
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3) Non riesco a comprendere perché proprio davanti alla proprietà Gherardesca l'amministrazione abbia la "necessità" di pulire con particolare cura la spiaggia dalle palline e dalla Posidonia, visto che si tratta di spiaggia libera (oltretutto con divieto di balneazione) dove nessuno ha mai chiesto di pulire alcunché. Al contrario in un Parco Naturale, dove non ci sono particolari esigenze (Stabilimenti in concessione) si dovrebbe accuratamente evitare di pulire la spiaggia dai residui "naturali" che contribuiscono in modo importantissimo alla naturalità della spiaggia (vedi foto n. 3, 4, 5, 6)
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4) Ugualmente non riesco a comprendere la necessità di studiare "progetti" per individuare "soluzioni capaci di  non danneggiare  le aree dunali  ed al tempo stesso  utilizzare, per la ricostituzione, il materiale recuperato" quando esistono le Linee guida della Provincia di Livorno che hanno perfettamente inquadrato e risolto il problema e che si attagliano perfettamente ad una spiaggia non soggetta ad erosione da parte del mare come quella di Rimigliano. Esse prescrivono che:
"Il punto migliore dove spostare la biomassa è rappresentato dal "punto di massima espansione dell’onda" che rappresenta il limite a terra per la diffusione delle biomasse vegetali. La movimentazione su tale limite ha il vantaggio di favorire la stabilizzazione dell’anteduna che opera un’azione di protezione, accrescimento e di stabilizzazione del retrostante cordone dunale. In caso di mare calmo, infatti, la presenza della posidonia favorirà la costituzione del cordone dunale e la ricolonizzazione del limite a mare da parte delle piante pioniere, mentre in caso di forti mareggiate le onde non si infrangeranno direttamente sulla duna ma sulle foglie accumulate favorendone di nuovo il trasporto a mare. Le biomasse vegetali non devono essere spostate direttamente nella zona mobile o fissa della duna perché provocherebbero il soffocamento delle specie erbacee psammofile antidunali e le specie arbustive ed arboree delle dune fisse.
Tali attività (semplice spostamento biomasse sulla spiaggia senza interessamento della duna e opere permanenti n.d.r.) non necessitano di autorizzazioni ai sensi della normativa sui rifiuti o della legge sulla movimentazione di materiali in ambiente marino e in zone ad esso contigue (LRT19/03), ma devono essere comunicate alla Provincia di Livorno - Unità di Servizio "Pianificazione, Difesa del suolo e delle coste", per le competenze in materia di difesa della costa e acquisire il parere dell’Unità di Servizio "Tutela dell’Ambiente".
Questa soluzione adottata dalla Provincia non danneggia le aree dunali e utilizza il materiale recuperato.  Esattamente quello che desidera il Comune. In più (chissà però se è considerato un pregio) è semplicissima ed economicissima. (vedi foto 7)
Mettersi a studiare, quando non ce n'è bisogno, nuovi fantasiosi progetti ha inevitabilmente un costo intrinseco ed un notevole rischio. Infatti nel mondo reale nessun progettista concluderà il suo studio dicendo: Le linee guida della Provincia risolvono perfettamente ed in modo economico il problema e quindi non c'è alcuna necessità che io mi inventi nuove soluzioni. Al contrario (non necessariamente, ma probabilmente) per giustificare il suo incarico, potrà sentirsi  obbligato a cercare qualcosa di nuovo con il rischio che questa novità sia inutilmente costosa e danneggi le aree dunali, l'ambiente ed il paesaggio, come purtroppo già successo.
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5) La Provincia, giustamente,  non doveva autorizzare la semplice movimentazione della posidonia spiaggiata, ma doveva senz'altro autorizzare il manufatto permanente della palizzata e la ricopertura e quindi il "soffocamento" della duna che lei stessa proibisce nelle linee guida. Quindi, evidentemente, è stata informata male, oppure è stata informata bene, ma  ha frainteso.
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6) Sappiamo bene che quando chiunque (privato o pubblico) esegue opere che, comunque,  vanno a mutare "l'aspetto esteriore dei luoghi" in zona paesaggistica vincolata, è assolutamente indispensabile il rilascio del nulla osta da parte della Soprintendenza. Oltretutto, anche se la cosa non è rilevante, il mutamento (uso un gentile eufemismo) dell'aspetto esteriore dei luoghi provocato dalle palizzate (vedi foto n. 8) è permanente e macroscopico !
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7) Se  il parere della capitaneria di porto  prot. 6049 del 3 giugno 2000 e l'autorizzazione  dirigenziale prot. 6469 del 23.3.2005  prevedeva che le palizzate: "non dovevano superare il ml 1,5  dal piano dell'arenile" come è possibile che la ditta abbia costanatemente superato i 2 metri, con punte di 2,50 metri? Gli amici del consorzio Sabbia Etrusca sono forse masochisti ai quali i pali non costano nulla? E poi si prevede di sbassare le palizzate del metro di altezza eseguito in più contro i pareri e le autorizzazioni? Convenga con me che non ci si capisce un granché. (vedi foto n. 8)
Se proprio non è possibile demolire le orrende palizzate, realizzate senza i permessi di Soprintendenza e Provincia e che ora risultano eseguite anche  in clamorosa difformità dal parere della Capitaneria di Porto del 2000 e dell'autorizzazione dirigenziale  del 2005, perlomeno abbassiamole e riportiamo davanti uno spessore continuo di posidonia spiaggiata e di sabbia, in modo da mascherale più possibile ed in modo da favorirne il superamento da parte del vento per la colonizzazione e l'accrescimento naturale della retrostante duna che è attualmente del tutto impedito dalla innaturale (ed orrenda) palizzata.
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8) Dire che: "in pratica  è stato fatto quello che suggeriscono le linee guida con la differenza dell'uso di  palizzate di contenimento" è davvero un po' grossa. Come la mettiamo con:  "le biomasse vegetali non devono essere spostate direttamente nella zona mobile o fissa della duna"   Qui sia la zona mobile che quella fissa della duna sono state affettate con le ruspe e poi sepolte da oltre due metri di biomasse e sabbia. Altro che seguire le linne guida delle Provincia!!!
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9) "L'amministrazione soggetta alle pressioni  dei cittadini e degli operatori,  ha stabilito di pulire tutti gli arenili  del suo territorio" Sarei curioso di conoscere 10 cittadini di San Vincenzo che hanno fatto pressione sull'amministrazione affinché, con grossi costi, provveda a pulire tutte le spiagge, anche le più lontane (vedi foto n. 9) di Rimigliano e anche d'inverno??? (vedi foto n. 10)  
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10) Non so quanto siano costate le famigerate palizzate, ma che sia stata la soluzione più economica, non può essere vero. Si fossero state seguite le linee guida della Provincia, non solo non si sarebbero fatti quei danni, ma si sarebbe speso forse un quinto di quanto speso con le palizzate. E si sarebbe ugualmente evitato di inviare la posidonia in discarica.
Fra l'altro con il decreto del Ministero dell'Ambiente dello scorso aprile la Posidonia spiaggiata non è più un rifiuto speciale è può essere ora utilizzata senza vincoli particolari, anche per la realizzazione del compost.
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11) I fabbricati che con la loro presenza compromettevano irrimediabilmente i 500 metri di costa dal Garden al Botro ai Marmi erano: n. 1 (piccola rimessa per barca, circa 3x4 ml alta 2 metri) già semicrollata e n. 3 (cabine 1x1 ml), già crollate da tempo. La compromissione era davvero minuscola. Tutti i rimanenti 495 metri erano assolutamente al naturale: bellissimi ed ora perduti. (si riguardino pure le foto aeree).
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12) Diciamo le cose come stanno. I poveri extracomunitari hanno preso possesso di quel tratto di litorale, appena eseguiti i lavori di palificazione, approfittando, giustamente, del fatto che l'assoluto impedimento al passaggio dei bagnanti, costituito dalla altissima palizzata che si estende senza soluzione di continuità per un tratto lunghissimo, ha offerto loro un'insperata e mai prima goduta privacy.
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In conclusione ci si chiede:
perché non imitare semplicemente quello che si fa in tutti i parchi naturali costieri? Cioè:
A* rispettare la stupenda naturalità dei luoghi  (foto n. 11), intervenendo solo nei casi sicuri e comprovati di danneggiamento da calpestamento, mediante divieti e delimitazioni leggere e non invasive
B* evitare di rimuovere dalle spiagge libere lontane dagli stabilimenti i materiali naturali portati dal mare, che lo stesso mare provvederà naturalmente a riprendersi 
C* utilizzare la posidonia spiaggiata, rimossa dagli stabilimenti balneari, per proteggere naturalmente la duna più prossima mediante il semplice deposito del materiale raccolto sul limitare della spiaggia, ai piedi della duna.
D* oppure, meglio ancora, utilizzare la posidonia raccolta per mascherare le dannose ed orribili palizzate, accumulando il materiale lungo il piede delle stesse palizzate e coprendolo con sabbia fino a realizzare una scarpata che mitighi il negativo effetto visivo della barriera artificiale e consenta di ripristinare l'effetto naturale di accrescimento della duna da parte della sabbia trascinata dai venti marini.
E* evitare di sconvolgere la naturalità e vivibilità della spiaggia, anche fuori stagione, con inutili, costosi e dannosi transiti di trattori  (vedi foto 12) per una pulizia invernale che nessuno richiede e che è evidentemente, assurda, innaturale e priva di alcun senso.
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Con questo ho precisato tutto quanto dovevo e, in attesa dei progetti e delle decisioni, che tutti speriamo siano nell'interesse del parco e dei cittadini, saluto cordialmente.

 Il Comitato per la salvaguardia del Parco Naturale Costiero di Rimigliano
Allegati:
foto aeree e satellitari 1996 -2007














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domenica 6 dicembre 2009
Al Comune di san Vincenzo


               Invio per le vostre considerazioni la documentazione fotografica dello stato attuale del tratto di costa interessato dalla delibera 202/2009 della Giunta Comunale.

E'un tratto di litorale che appare in ottime condizioni, con la duna assai poco stressata dalla presenza umana, e non interessata da fenomeni di erosione da parte del mare, visto che in quel tratto la spiaggia ha dimensioni più che rassicuranti.
Fra l'altro circa 150 metri a sud del Botro ai Marmi vi è uno dei tratti dunali più alti di tutto Rimigliano (circa 10 metri s.l.m.)



            In corrispondenza della proprietà Della Gherardesca, i riporti di sabbia e alghe effettuati anni fa, sono rimasti pressoché intatti e in più punti risultano in parte colonizzati da specie pioniere. 

Tali riporti inoltre sono situati sulla vecchia spiaggia demaniale e quindi nel deprecato caso di posa in opera di installazioni infisse al suolo si avrebbe un'avanzamento della proprietà privata a danno di quella Demaniale. A meno di non voler assurdamente rimuovere con le ruspe questa anteduna artificale, ma ormai ben consolidata e in parte colonizzata.


              Nella delibera si dice che la proprietà Della Gherardesca "ha concesso l'uso delle dune di sua proprietà".

             Bello sforzo ! Se, come sembrava in un primo momento, si fosse perseverato col sistema della palizzate, anziché con le linee guida della Provincia, la proprietà Della Gherardesca si sarebbe trovata GRATIS una recinzione invalicabile per tutti i bagnanti sprovvisti di scale d'assedio ed un prestigioso belvedere rialzato fronte mare. In pratica un secondo MARIVA, con la differenza che almeno i Lazzi il lavoro se lo sono pagato (anche se la sabbia usata per il rialzamento del belvedere era quella nostra).
In più come già successo con il Mariva si sarebbero probabilmente ritrovati con un confine spostato verso il mare. 
           Anch'io, se fossi stato in loro, avrei concesso volentieri l'uso delle dune.
           Per il resto, va preso atto del fatto che (porto o non porto) non vi è alcuna traccia di erosione costiera, anzi la situazione rispetto al picco negativo dell'agosto 2007 è macroscopicamente migliorata e che la lunghezza della spiaggia pare ancora aumentare con il formarsi di numerose secche affioranti in più punti nei pressi della riva.
          Modesti interventi di rincalzamento del piede della duna con sabbia e palline di alghe, sono più che sufficienti per rinforzare i pochissimi punti dove le radici di qualche pianta costiera appaiono scoperte.

          Appare sempre più urgente provvedere ad opere di mitigazione della imponente palizzata installata in deroga a tutte le norme negli scorsi anni. Si tratterebbe di opere tutto sommato semplici ed economiche, ma sufficienti ad ottenere lo scopo di mascherare il manufatto artificiale ed a ripristinare il naturale ciclo di alimentazione della duna da parte della sabbia trascinata dai venti marini.
        Cordiali saluti
Il Comitato per la salvaguardia del Parco Naturale Costiero di Rimigliano

Allegato



----------------------------------------------------------------------lunedì 25 gennaio 2010
Al Comune di San Vincenzo         Invio, per documentazione, le fotografie dello stato attuale del litorale subito a sud del Botro ai Marmi, interessato dalla delibera 202/2009 della Giunta Comunale.        
        Dopo la violenta mareggiata di inizio anno si può notare la conformazione assunta per un lungo tratto dalla spiaggia con la duna ad abbondante distanza di sicurezza dalle onde e protetta da una solida banchina rialzata formata da un conglomerato di sabbia mista a palline e residui di alghe, tenace e assai resitente, derivato dai residui vegetali naturali e da quelli scaricati negli anni passati a protezione della duna, alcuni dei quali si possono ancora ben distinguere.                
        Andare a modificare tale favorevole e naturale conformazione della zona antedunale dell'arenile, sarebbe non solo costoso, dannoso ed esteticamente deprecabile, ma anche del tutto ingiustificato ed ingiustificabile. Infatti la duna si trova attualmente in una situazione di completa e tranquilla sicurezza e non ha alcun bisogno di barriere a difesa di una erosione che NON è assolutamente ipotizzabile.
       Tale situazione estrememente favorevole, deriva non solo dall'assenza ormai più che decennale di fenomeni di erosione dell'arenile da parte del mare, ma anche dall'attuazione in questa zona delle linee guida della Provincia, che furono adottate anni fa, nella gestione della posidonia spiaggiata. Attuazione delle linee guida, che invece negli ultimi due-tre anni è stata invece purtroppo inspiegabilmente interrotta.
   Cordiali saluti
Il Comitato per la salvaguardia del Parco Naturale Costiero di Rimigliano

Allegati:





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Come è finita ................(si spera)
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Deliberazione del Consiglio Comunale
Adunanza in seduta pubblica
Deliberazione n° 6 in data 29/01/2010
Oggetto:
INTERROGAZIONE PRESENTATA DAL GRUPPO CONSILIARE FORUM DEL CENTROSINISTRA PER SAN VINCENZO: INTERVENTI RELATIVI ALLA DUNA COSTIERA
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Interviene l’ASSESSORE CECCHINI LISA:


oggi, hai giustamente ricostruito, in parte la storia era stato anche concordato dagli uffici,con la Capitaneria di Porto e con la Provincia. L’utilizzo di questi argini di legno era anche previsto in quanto si prevedeva che, negli anni, comunque il materiale di legno andasse in disfacimento successivamente e che quindi costituisse esso stesso un materiale naturale che poi andava a protezione della Duna. Diciamo, ad oggi è stata anche prevista la possibilità di fare delle ulteriori indagini, vedendo se la Duna è sufficientemente, diciamo, compatta in maniera a sé stante e quindi, i pali possono essere anche eventualmente rimossi. In ogni caso è stato valutato, insomma che, per i successivi anni è stata presa la decisione che, a partire da questo anno, insomma, siano esclusi questo tipo di interventi. Quindi, questa metodologia non si intende più di utilizzarla  in quanto, comunque, gli interventi di protezione della Duna previsti ad oggi sono rivolti alla Duna che riguarda il tratto a sud di Botramarmi e quindi un’area che si considera, insomma, anche di rilievo in quando riguardante, insomma, l’area del parco di Rimigliano. In questo senso, vi è già un progetto che, diciamo, è stato affidato, per il primo tratto di Duna, che non è strettamente ricompreso nel parco, nella gestione della parchi Val di Cornia, ma è adiacente all’area privata e per il tramite del consorzio Sabbia Etrusca, che gestisce la pulizia degli arenili, è stato dato un incarico alla società Iris e in maniera particolare all’ingegner Bacci, che ha anche collaborato con il Ministero dell’Ambiente e che ha anche collaborato per il recupero della Duna proprio, credo, anche nel parco della Sterpaia. In questo senso, il progetto che dovrebbe derivare, dovrebbe essere anche un progetto esemplificativo, pilota per l’utilizzo di una metodologia più leggera, meno di impatto, proprio per la protezione della Duna.
Ad oggi gli atti... comunque, ancora il progetto non è stato ancora presentato, sarà poi a disposizione anche per una valutazione anche collegiale. Per quel che riguarda gli altri progetti, si tratta di un progetto che riguarda strettamente il parco di Rimigliano, sono degli stanziamenti che vengono già da anni fa, che erano fermi in Provincia, il responsabile del progetto è comunque la Provincia. Ad oggi il Comune si è soltanto pronunciato positivamente su quello che è, diciamo, una sorta di atto di indirizzo, sulla tempistica della progettualità, sono stati dati degli indirizzi generali, concertati anche con la parchi Val di Cornia e c’è un accordo anche informale di sottoporla anche alla sezione locale del WWF, sempre riportandosi a un intervento di carattere leggero. Questo anche perché, dalle prime osservazioni, la Duna di Rimigliano non è risultata così compromessa come altre zone magari anche del nostro territorio, è chiaro che ci sono dei problemi, chiamiamoli così, di antropizzazione, perché chiaramente, nel periodo estivo è molto frequentato, probabilmente verranno individuati soprattutto più che degli elementi di argine sulla Duna dei percorsi, diciamo, segnati, per fare passare le persone. Un po’ come è stato effettuato nel parco di San Rossore insomma, quindi tipo delle passerelle in alcune zone ci sono già, per cui le persone saranno “costrette“ a passare solo in certe zone evitando di passare appunto nella Duna e quindi calpestare e compromettere... lo stesso, diciamo, si ritiene che possa essere utilizzato, è stato valutato un po’ anche con la parchi Val di Cornia per quelli che sono gli interventi di pulizia dell’arenile. Quindi, in questo senso, anche quelli che sono i mezzi che vanno ad effettuare la pulizia dell’arenile, probabilmente potrebbero essere indirizzati su dei percorsi che siano il meno impattanti possibile, sia sulla spiaggia sia sulla Duna stesso. Lo hai illustrato già te, insomma siamo a conoscenza che la posidonia è importante sia come barriera naturale quando è in acqua, perché fa da diga soffolta per la costa, sia quando poi fa come posidonia spiaggiata.
È chiaro che comunque, per la frequentazione delle spiagge, sia i cittadini che
i turisti richiedono una pulizia della spiaggia, in pratica considerando un po’ la posidonia anche un rifiuto, anche se così non è, è un patrimonio, abbiamo anche cercato di fare delle campagne di sensibilizzazione, perché magari la posidonia spiaggiata non venisse considerata un problema, in realtà purtroppo molto spesso viene considerato un problema, il fatto della pulizia è comunque un elemento imprenscindibile. Fortunatamente si è arrivati ad una nuova legislazione, che come già hai detto tu, permette più di non conferire semplicemente in discarica la posidonia ma di usarla per il compostaggio. Ad oggi, diciamo che si conosce solo la fase sperimentale, nel senso che, da un punto di vista operativo si sa solo che può essere utilizzata. Abbiamo avviato una concertazione, una fase di studio di cosa si può fare con ASIU perché ad oggi, un vero e proprio compostaggio in zona da parte di ASIU non è ancora stato avviato, sulla posidonia c’è un certo tipo di procedura per la utilizzazione, diciamo che ASIU si è resa disponibile a portare avanti un percorso per poter utilizzare la posidonia e sicuramente è un dato positivo, sia per il non conferimento in discarica e quindi anche un aggravio di costi per il Comune, per i cittadini, sia per il fatto che, effettivamente, finalmente c’è un utilizzo della posidonia che giustamente non viene più considerata rifiuto. Quando all’ultima domanda, diciamo che l’unico rilievo che si può fare è che, riguardo alla realizzazione del nuovo porto, noi abbiamo cercato, in ogni caso, di fare un’opera di prevenzione, che è quella delle cosiddette barriere in geotessuto e, ad oggi, il risultato di questo tipo di intervento è un risultato positivo, quantomeno sulla linea di costa, perché non solo non si è verificato erosione, ma in certi tratti l’arenile è stato incrementato


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A tutt'oggi 17 novembre 2010 non risultano (pubblicamente) ulteriori novità.
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Sabato 27 novembre 2010
Il giorno dopo la mareggiata del 25 e 26 novembre scorso
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La spiaggia di Rimigliano 400 metri a sud della foce del Botro ai Marmi

Vista verso sud



Vista verso nord
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Come si può ben notare, il litorale si presenta in condizioni morfologiche pressoché ideali.
La lunghezza dell'arenile è tale da non consentire alle onde, neppure in occasione di violente mareggiate, di arrivare a contatto della duna.

In gran parte del litorale è presente un scalino antedunale formato da un composto di sabbia e residui di posidonia compattati, che costituisce una sorta di marciapiede rialzato che protegge il piede della duna.
Sono ancora presenti e ben visibili ovunque i mucchi di sabbia e posidonia scaricati sul limitare della duna, molti anni fa. Nonostante che tali mucchi non siano stati, all'epoca,  formati e  posizionati esattamente come indicato dalle linee guida della provincia di Livorno, la loro resistenza e permanenza ne testimonia lo scopo e l'utilità da punto di vista fisico. Utilità tanto più apprezzabile se si considera il loro modestissimo impatto ambientale e paesaggistico e la loro straordinaria economicità.

Analoga situazione è sostanzialmente riscontrabile in tutto il tratto di litorale di Rimigliano, fino in prossimità della Torraccia.

In conclusione.
Ad oggi la spiaggia e la prima duna del tratto di litorale che va dalla foce del Botro ai Marmi fino alla Torraccia, (Rimigliano) appare in ottima salute. Si potrebbe dire che è forse il tratto di litorale nelle migliori condizioni di tutto il Tirreno, con la sola esclusione del vicino litorale fra il confine di San Vincenzo e Marina di Donoratico che appare addirittura perfetto.

Anche l'usura di alcuni tratti di duna dovuta al calpestio da parte dei bagnanti estivi appare assai ridotto e (confrontando le foto aeree degli ultimi 15 anni) senza alcun segno di allargamento delle radure sabbiose.
Addirittura, grazie alle ultime stagioni eccezionalmente piovose, alcune radure vanno restringendosi, per l'invasione da parte della vegetazione circostante, tanto che alcuni sentieri dunali che si erano formati negli scorsi anni, risultano ormai intransitabili o del tutto scomparsi.
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12 Dicembre 2010
Come si presenta il litorale di Rimigliano:
Una SPIAGGIA sontuosa e una prima DUNA costiera meravigliosa e irraggiungibile anche dalle mareggiate più violente.



Una volta realizzata una riorganizzazione dei sentieri di accesso ed una loro delimitazione, la miglior cura per la spiaggia e la duna sarebbe il ritorno alla situazione ante anni Ottanta, e cioè il completo e totale ABBANDONO della spiaggia, con esclusione cioè di qualsiasi operazione di pulizia e di qualsiasi nuova opera di qualunque genere.
Sarebbe fra l'altro l'opera pubblica più economica mai realizzata in Italia e forse nel mondo.